Arbeit macht frei
Memorie dall’olocausto
da Primo Levi, Anna Frank ed altri
Drammaturgia e regia:
Aldo e Martino
Scene, costumi e
figure: Violetta Ercolano
Luci:
Libero de Martino, Leo
Marchese
Con Lello Provenzano,
Giovanni DEl Monte,
Melania Esposito, Federica Gattei
Età consigliata: 14 /
18 anni
Il 27 gennaio
del 1945 i soldati dell'armata rossa entravano ad Auschwitz.
L'abbattimento dei cancelli del più vasto campo di sterminio nazista
rappresentò un avvenimento prevalentemente simbolico, infatti il campo era già
stato evacuato.
I prigionieri erano stati trasferiti forzatamente, in una lunga marcia sotto
la neve, all'interno del territorio tedesco.
Sul cancello di Auschwitz, di Dachau e di decine d’altri campi di
concentramento sparsi in tutta Europa, i nazisti scrissero in lettere gotiche:
“Arbeit macht frei, il lavoro vi renderà liberi” .
Quasi una beffa, ideata
dal maggiore Rudolph Höss, comandante del campo di Auschwitz.
Durante i 12 anni del
regime nazista milioni di persone vennero imprigionate nei campi di
concentramento. Per distinguere le varie categorie di prigionieri i nazisti
idearono un sistema di distintivi di diverso colore da portare sugli abiti.
Ogni deportato aveva un triangolo colorato sulla sua uniforme. Gli ebrei
portavano la stella gialla, i Politici un triangolo rosso, i delinquenti
comuni erano contrassegnati dal triangolo verde, gli omosessuali da quello
rosa, gli "anti-sociali" e le lesbiche da quello nero, gli zingari da quello
marrone, i testimoni di Geova da quello viola ed infine gli immigrati da
quello blu.
Nel buio un uomo seduto
su di una vecchia sedia di legno fuma, “Considerate se questo è un Uomo…” lo
raggiunge una Donna, nello stesso fascio di luce; “Considerate se questa è una
Donna…”; ma è solo un attimo dalla platea arriva il fracasso di piatti e
tamburo realizzati con vecchi coperchi e scatole di latta. Due attori si
muovono veloci tra il pubblico ricordando, come se si trattasse di un
banditore, le Leggi Razziali emanate dal Regime Fascista, due fasci di luce li
seguono incessantemente in sala.
Prende così avvio uno
spettacolo che alterna momenti di tenerezza a momenti di amare considerazioni
sulla vita degli Haflinge; Ironia macabra e pungente sulle “Ricerche
Scientifiche Naziste”, e presentazione dei Campi di Sterminio come Villaggi
Vacanza; i sogni da ragazza normale di Anna Frank e le deposizioni dal
processo di Norimberga.
Uno spettacolo forte,
capace di interessare il giovane pubblico.